domenica 14 dicembre 2014

LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA
Tracy Chevalier

Lettura conclusa da un paio di mesi, ma essendo rimasta delusa non riuscivo a scrivere una recensione ed ora... eccomi qui a condividere il mio pensiero su un libro che era da tempo nella mia lista dei desideri ma... mi ha delusa.
Nulla da ridire , è un buon libro, scritto bene, le descrizioni non sono noiose, il linguaggio è veloce e scorrevole ma la trama è molto banale e non ha colpi di scena che ti lasciano a bocca aperta.
 
Ci viene descritta una città olandese della metà del 1600, le attività quotidiane e la gente che cambiano col passare delle stagioni, interessante e curioso, ma ho avuto la sensazione che ad un certo punto del romanzo mancassero delle pagine e si arrivasse subito alla conclusione al quanto deludente.
Mi è invece piaciuta molto la rassegna che l'autrice fa dei quadri del pittore Vermeer e il fatto che tramite le foto potevi sentirti un pò all'interno dell'atelier del pittore. 
Il libro parla di una ragazza di 16 anni di nome Griet che lavora come domestica in casa del famoso pittore Vermeer, la famiglia di Griet è povera e lei è l’unica a portare a casa un po’ di soldi per sopravvivere.
Si troverà catapultata in una vita che per lei sarà del tutto nuova, così come la gente, i luoghi, persino la religione e questo la porterà ad un senso di disorientamento e solitudine ben percepibili. Unica consolazione per Griet, in una vita di fatiche, tristezza e solitudine, sarà il poter entrare nello studio del suo amato pittore, dove si sentirà al sicuro tra i colori e le tele. 
In questo modo sarà l'unica che potrà  assiste al nascere e al mutare di molti quadri importanti, che la porteranno ad una visione diversa delle cose. Particolare a mio aviso sarà il rapporto che si crea tra lei e il pittore, non è chiaro cosa sia, forse un misto di ammirazione e attrazione reciproca che rimarrà sempre sospesa, senza sfociare in nulla di preciso. Forse un amore non detto, non vissuto, non 
consumato che nascerà e morirà nel silenzio e nella mente e nel cuore di Griet, perché il grande Veermer ama solo la sua pittura, le sue tele, le sue creature e non i soggetti come persone vere con i loro sentimenti. 
Mi aspettavo di meglio!

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